Indizi Esoterici per Ricercatori (2)
Questo articolo ha l’obiettivo di compendiare alcune conoscenze dell’anatomia sottile dell’essere umano, delle origini della scienza esoterica e delle informazioni utilissime per il proprio percorso di Risveglio, convogliando più autori, libri e nozioni esoteriche in una sintesi comprensibile, utile e fruibile a tutti.
L’argomento è vastissimo e verrà suddiviso in numerosi articoli. A fine dello scritto sarà inserita una bibliografia corrispondente e la fonte di tali conoscenze.
Un vecchio saggio una volta disse: «Avete scelto quest’ora sul quadrante del Tempo per venire al mondo allo scopo di porre fine, una volta per tutte, alle vostre contese».
Sicuramente si riferiva a contese interiori ed esteriori. A tutte quelle lunghe, complesse, colorate linee di vita che ci intrecciano irrimediabilmente tutti nel corso delle vite. Quel grande Maestro, chiamato “Karma”, che più di tutti riesce a tessere alla perfezione ogni nostro incontro, pensiero, avvenimento e circostanza, portandoci sempre davanti alla porta della verità. Quella porta che apre il Sentiero che conduce verso l’Uno.
Anche la “malattia” nel senso più esteso del termine – malattia del corpo, emotiva o mentale – ha sempre lo scopo di riportarci verso “la verità” che non ci stiamo dicendo, quella che non stiamo affrontando coscientemente. Di solito è proprio quella verità che ci fa più paura, poiché se rivelata e vissuta coscientemente, cambierebbe la nostra vita e modificherebbe un certo ordine, una stabilità oramai acquisita. Ma si sa che… all’Anima non piace molto questa staticità e mancanza di dinamismo…
Ai tempi degli Esseni, popolo che viveva in gruppo e in comunità di lavoro, ricerca e cammino spirituale, guarigione e insegnamento (presenti già nel II secolo a.C. e dislocati nella “Siria Palestinese”) la malattia veniva considerata come «un’entità eterica di bassa frequenza vibratoria», che si alimentava della forza vitale di un organo in particolare o un apparato del corpo, talvolta dell’intero corpo. Pertanto era di pubblico dominio il fatto che, un corpo fisico indebolito, attraeva queste “entità” come una calamita e non si dava mai la colpa alla malattia in sé, ma ai disordini comportamentali, di alimentazione, di atteggiamento e di stile di vita del malato stesso.
Eppure, nonostante la disarmonica condizione portata dall’entità malattia, essa non giungeva mai per caso ma portava con sé sempre un grande insegnamento.
Al momento dell’arrivo del Cristo, che non coincide affatto con l’anno zero (ne parleremo in un successivo articolo dedicato poiché il tema è vastissimo), la situazione in Palestina era quella di una netta separazione fra cinque principali raggruppamenti di ebrei:
Gli Hassidim
I Sadducei
I Farisei
Gli Zeloti
Gli Esseni
L’origine del termine “Esseno” potrebbe derivare dall’aramaico “ossidi” (Santi) o “assaya” (Terapeuti).
H. P. Blavatsky, nel suo celebre testo “Iside Svelata”, ci comunica che il termine Esseno deriva dal pali «isayo», che significa “buddhista”, e che essi erano i discendenti degli iniziati egizi che avevano integrato le conoscenze del buddhismo dai missionari del re Asoka, e che alcuni di loro formarono poi le prime comunità cristiane.
Anche il loro popolo si divideva in varie “sette” con regole e costumi differenti, pur rispettando un’identità di base che li contraddistingueva. Avevano molte regole di vita sia individuale che di gruppo, spesso molto rigide.
I «Nazareni» erano una corrente degli Esseni, considerati una “setta di Medici”, ma anche “Esorcisti Erranti”. Ed è bello considerare che il vero significato dell’aggettivo “Nazar” è «consacrato al Servizio di Dio». La comunità dei Nazareni è molto antica ed ebbe origine a Nazara (l’attuale Nazareth) in Galilea, dove si celebravano i «Misteri della Vita». Gesù fu chiamato «il Nazareno» non perché era nato a Nazareth (che allora non esisteva ancora, essendo sorta solo nel III secolo d.C.) ma perché era un «Nazaria» e, come tale portava i capelli lunghi, discriminati al centro secondo l’uso dei Nazareni (al contrario degli abitanti di Nazareth che li portavano corti).
Erano avversati dagli Ebrei ortodossi, si astenevano dai piaceri, non accumulavano mai ricchezze, si amavano l’un l’altro e, rinunciavano al matrimonio, concentrando l’energia sul dominio delle passioni e il trasferimento dell’energia sessuale del secondo centro (Svadisthana, secondo chakra) sul quinto centro (Vishudda, quinto chakra) al fine di utilizzare tale energia per insegnare, guarire e creare bellezza. Tutti i Nazareni, come gli Esseni, credevano nella rinascita.
I Nazareni non respinsero Gesù, come gli altri Esseni, perché lo avevano conosciuto in profondità e ri-conosciuto come un profeta; e perché avevano capito che il veicolo fisico, eterico, mentale e spirituale del Maestro Gesù, ad un certo punto della sua vita, fu utilizzato dal capo della Gerarchia Spirituale del Pianeta, dal Maestro dei Maestri che, sotto tutte le tradizioni mondiali ha nomi diversi: il Bodhisattva, l’Imam Mahdi, l’Avatar di Vishnu, il Cristo, l’Unto, il Principe degli Eoni, figlio del Demiurgo, ecc. che si manifestò nel mondo, attraverso di lui.
Gesù, pur essendo stato educato dagli Esseni e facente parte della comunità dei Nazareni, riformò profondamente le loro dottrine e, il Cristo per tramite del veicolo fisico di Gesù, portò l’insegnamento della Scienza Sacra già trasmessa dal Buddha. Il suo intento era quello di portare al popolo una coscienza etica, fornendo la vera conoscenza di Dio e della Natura che, fino ad allora, era custodita solo dalle comunità esoteriche. Gesù, attraverso questo totale dono di sé verso il Cristo, dimostrò una capacità di saper annullare totalmente la sua personalità e i desideri del “piccolo io”, offrendosi come strumento per un compito grandissimo per il quale si preparò per trenta anni. E non potrebbe essere altrimenti, visto che Egli (Gesù) è anche Lui un illustre membro di quella Gerarchia Spirituale cha ha a Cuore il Servizio verso l’umanità.
Gesù stesso aveva la padronanza dell’arte terapeutica (essendo un Nazareno) e compì numerose guarigioni ed esorcismi. Questa era vissuta come una “missione”, faceva parte dell’Essere al Servizio.
Questo Servizio, al contrario di oggi, era fatto in uno stato di coscienza tale che non era preso minimamente in considerazione il concetto di dover “dare dimostrazioni”. Vi è un aneddoto sulla personalità del Maestro Gesù che fa comprendere molto bene quest’aspetto:
«Lo avevano chiamato al capezzale di una donna che, da molti giorni, soffriva di terribili dolori addominali. Pregato di intervenire, Gesù aveva semplicemente posato le mani sul ventre malato, lasciato che l’Energia di Luce e Amore scorresse e poi se n’era andato. Quella stessa sera si era informato sullo stato della donna che aveva curato. Gli dissero: “Cammina di nuovo, perché non ha più nessun male”. E poi: “Alcuni dicono che è stato per il decotto che ha bevuto poco prima del tuo intervento però”.
“E allora?”, disse il Maestro, mentre il discepolo lo guardava interdetto, di fronte a tale distacco. “E allora? – riprese una seconda volta, con tono piuttosto divertito – Non mi hai forse detto che era guarita? Per me è sufficiente”.
Questo livello di coscienza può essere chiamato “Servizio”. E questo merita una riflessione importante. Oggi viviamo in una società in cui veniamo educati automaticamente a dover dare continue dimostrazioni del nostro valore e del nostro successo. La nozione di prestazione è così onnipresente che sta diventando pian piano un veleno per l’anima e per il corpo.
L’unica soddisfazione che un terapeuta deve avere è sapere che una certa persona sta bene. Qualsiasi cosa abbia fatto e attraverso chiunque. Nessuno è “paziente” di nessun altro, perché altrimenti entrano in gioco dinamiche di possesso, dipendenza, manipolazione, ecc. La personalità umana è ancora troppo fragile per non cadere in questi tranelli. La “rivendicazione” della guarigione o del bene che si è fatto ad un’altra persona è frutto della ricerca ambiziosa di potere, prestigio e importanza personale. Che sono poi gli ostacoli di colui che vuole diventare un “guaritore”…
È interessante sapere che, al tempo degli Egizi, gli ospedali si chiamavano «Case della Vita», ad indicare che, le cure offerte in quei luoghi erano un tutt’uno armonico con la Vita stessa, e che ogni processo poteva essere risolto semplicemente aprendosi e affidandosi alla vita stessa. Ogni vero terapeuta era anche un sacerdote, ovvero si occupava di conoscenza esoterica, spirituale, metafisica. Non vedeva l’uomo da curare come un suo possibile “paziente”! Ma come una «parte di sé» da aiutare e da “liberare”.
Ed è per questo che, in alcune di queste case, sul frontone principale vi era la scritta «Offriamo ciò che Siamo».
Con la più totale onestà di spirito e sincerità dell’essere, senza pretese, senza competizioni, senza quel logorroico e stressante “dover arrivare… dover farsi notare… dover dimostrare”, che contraddistingue l’età moderna.
Ciò che possiamo imparare, prendendo coscienza di queste informazioni, è che l’importante è sviluppare l’Amicizia. Essa è il frutto dell’Amore senza attaccamenti. Amicizia con se stessi, amicizia con un nostro disagio, amicizia con una malattia, amicizia con una persona che ci chiede aiuto. Nessuna competizione. Solo Amicizia.
Il dono più prezioso è l’amicizia, disse il Serpente Verde di Goethe. L’amicizia ha il potere di scorgere la luce interiore al di là dell’ombra, ed è questa sua forza che rende prezioso il dono.
E tutta via un esoterista non può parlare di luce senza pensare anche all’oscurità, perché sa che la fiamma e l’ombra sono tutt’uno. Si può imparare di più dai nemici che dagli amici, recita un saggio detto esoterico. E se persino un nemico ci può aiutare, allora qualunque incontro con un emico può in teoria essere un dono di sapienza.
Di conseguenza tutte le persone, malattie e disagi in cui ci siamo imbattuti nella vita, sia pura per un solo istante, meritano la nostra gratitudine.
Continua…
Bibliografia:
L’Iniziato – M. Hedsel
Trattato di Magia Bianca – A. Bailey
Da Betlemme al Calvario - A. Bailey
I Misteri, la Filosofia, gli Ordini - F. Varetto
Così curavano – A. Meurois-Givaudan